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Un europeo su 4 si fida più dell’Intelligenza Artificiale che dei politici

20-03-2019   Fabio Mazzocchio Blog

Un quarto delle persone preferirebbe che le decisioni politiche venissero prese dall'Intelligenza Artificiale invece che dai politici. Il paradosso è che però oltre la metà degli intervistati sono preoccupati che i posti di lavoro possano essere sostituiti da robot, mentre il 70% ha affermato che l'innovazione tecnologica incontrollata potrebbe fare più male che bene alla società. Sono alcuni dei dati che emergono da European Tech Insights, nuova indagine sull'atteggiamento degli europei nei confronti della tecnologia, presentata oggi da IE University e sviluppata dal Center for the Governance of Change. Lo studio (che ha coinvolto un campione di 2500 adulti intervistati a gennaio nel Regno Unito, in Spagna, Germania, Francia, Irlanda, Italia e Paesi Bassi) ha messo anche in evidenza le preoccupazioni sull'impatto delle relazioni digitali sui rapporti umani.

 

Il sondaggio ha l'obiettivo di intercettare il modo in cui i cittadini di 8 paesi europei avvertono le trasformazioni tecnologiche che coinvolgono le loro città e i luoghi di lavoro e come pensano che i loro governi debbano occuparsene.

 

A proposito del quarto degli intervistati che ha affermato che preferirebbe l'intelligenza artificiale a guidare le decisioni sulla governance del proprio paese rispetto ai politici è intervenuto Diego Rubio, Executive Director of the Center for the Governance of Change. "Questa mentalità, che probabilmente si riferisce alla crescente sfiducia dei cittadini nei confronti dei governi e dei politici, costituisce un significativo interrogativo del modello europeo di democrazia rappresentativa, poiché mette in discussione la stessa nozione di sovranità popolare" ha spiegato.

 

Nel complesso i risultati dello studio, secondo gli autori, "confermano un'intuizione condivisa tra i ricercatori: la quarta rivoluzione industriale sta producendo un crescente senso di insicurezza e incertezza tra i nostri concittadini. Oltre due terzi degli europei di tutte le età ritengono che, se non adeguatamente controllate, le nuove tecnologie causeranno più danni che benefici per la società nel prossimo decennio. Questa convinzione sta, a sua volta, portando ad una crescente resistenza all'innovazione e ad una richiesta generale di maggiore regolamentazione".

 

Nuove leggi sull'automazione. Per i ricercatori "la stragrande maggioranza degli europei intervistati si aspetta che i loro governi stabiliscano nuove leggi e tasse per limitare l'automazione e prevenire lo spostamento di posti di lavoro, anche se ciò significa fermare il progresso tecnologico".

 

Sistema scolastico non adeguato. "I nostri dati suggeriscono anche che le persone non solo si preoccupano della transizione tecnologica in arrivo, ma ritengono anche che le istituzioni incaricate di rendere gestibile questo processo stiano fallendo. La maggior parte delle persone intervistate ritiene che il sistema educativo non li stia addestrando per affrontare le sfide poste dalle nuove tecnologie. Ciò è particolarmente vero per i laureati più anziani che si trovano senza timone in un mercato del lavoro in rapida evoluzione".