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5G parte a settembre l'asta anche in Italia

17-04-2018   Alessandro Battaglioli News

TimVodafone e Wind Tre più Iliad e Fastweb nuove entranti interessate alla partita sulla banda 3.6-3.8 Ghz.

Il bel paese scalda i motori per l’assegnazione delle licenze delle reti 5G, nuovi driver tecnologici sui quali saranno poi sviluppati i servizi legati a Industry 4.0, sanità, sicurezza, mobilità connessa e turismo digitale.

 

Iliad ha fatto sapere che vuole partecipare all’asta 5G in Italia, dove intende investire un miliardo di euro, e punterebbe in questa fase sulla banda 700, perché per garantirsi da subito la copertura mobile si baserà su contratti di roaming con altri operatori. Sembra più difficile quindi che Iliad, che sbarcherà in Italia entro l’estate, partecipi alla gara per i 3.6-3.8 Ghz anche perché questa banda non penetra dentro gli appartamenti e porta con sé un punto interrogativo non secondario, quello della terminalistica.

Quanta terminalistica (chiavette, tablet, smartphone) esiste già in grado di sintonizzarsi sui 3.6-3.8 Ghz?

Tolte le chiavette Usb, quanti smartphone ci sono sul mercato che sarebbero compatibili anche con queste frequenze?

Questioni non certo secondarie per un operatore low cost e nuovo entrante, che deve da subito guadagnare quote di mercato nel mobile e non può permettersi false partenze.

 

L’avvicinamento alla gara prevede che entro giugno il Mise metta a punto il disciplinare di gara in vista dell’asta vera e propria prevista a settembre.

Agcom dal canto suo ha predisposto la consultazione per le procedure di assegnazione delle frequenze in banda 700 Mhz, 3.6-3.8 Ghz e 26 Ghz. Il testo definitivo sarà trasmesso al Mise entro aprile.

Intanto, c’è da dire che Agcom ha da poco trasmesso al Mise il parere (positivo) sulla proroga al 2029 dei diritti d’uso della banda 3.4-3.6 Ghz, utilizzato da diversi player (fra cui LinkemTiscaliGo Internet) per tecnologia Lte Fixed Wireless e che potrebbero risultare preziose in prospettiva anche per il 5G in ottica di carrier aggregation.

 

Il Sole 24 ore segnala invece la possibilità che il Governo inserisca in finanziaria la gara per le frequenze 5G, con un incasso possibile intorno ai 2 miliardi di euro. 
Il punto più delicato riguarda la necessità di liberare le frequenze, in parte oggi occupate da broadcasters che dovrebbero mantenerle fino al 2022, in parte da operatori Fixed-Wireless-Access a cui sono state assegnate fino al 2022, dal Ministero della difesa e da ponti Radio Rai.

Secondo gli analisti quindi i tempi potrebbero essere prematuri per un’assegnazione nel 2018, ma non è da escludere che si provi a fare cassa anticipatamente rispetto alla data di effettiva disponibilità.
In attesa di novità Equita SIM mantiene immutata la sua strategia bullish su Telecom Italia, con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 1,26 euro.